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domenica 27 febbraio 2011

La domenica degli spiriti

Potevo anche scegliere un titolo diverso. La domenica dello spirito ad esempio. Va bene, è andata così.

Ecco cosa cambiò nella vita della grande casa dell'angolo dopo la morte, serena, della moglie di Esteban Trueba, Clara.

Con lei se n'erano andati gli spiriti, gli ospiti e quella luminosa allegria che era sempre presente, perché lei non credeva che il mondo fosse una Valle di lacrime, ma al contrario una burla di Dio, sicché era stupido prenderlo sul serio, se Lui stesso non lo faceva.

"La casa degli spiriti"

Il romanzo di Isabel Allende è poetico. Non solo per il meraviglioso affresco familiare che riesce a dipingere, pagina dopo pagina, ma anche per passaggi come questo. Forse un po' cinici, ambivalenti e sofferti, se vogliamo rapportarci alla religione e parlare del mistero della fede. Difficili da cogliere, quando si soffre per qualcosa. Ma anche distensivi, in qualche misura veri.


E' una buona domenica per me questa. E spero che lo sia anche per voi.


Ps: comunicazione, per così dire, di servizio. Se vi va, potete inviare poesie, testi di canzone, segnalazioni di ogni genere, insomma quello che vi pare sia bello da condividere, all'indirizzo mail del blog             l.ora.della.poesia@gmail.com

Dunque, al prossimo post




La neve

Oggi è sabato e sono felice di essere  a casa. E' un sabato gelido, uno di quei sabati che, se la gente potesse, se ne starebbe a casa volentieri. La neve da queste parti è uno spettacolo raro. Quando scende giù, lo fa timidamente. Non sa dove posarsi. Incerta. Così alla fine si scioglie. E se ne va com'è venuta, senza destare sospetti negli adulti, senza trascinarsi dietro i desideri dei bambini. 


"Il tempo è come un fiocco di neve, scompare mentre cerchiamo di decidere cosa farne" (R. Battaglia)


Mi sembra che l'inverno, ogni anno, ci catapulti all'indietro nel tempo, come in uno stato embrionario. Non sarà, in fondo, un atto di generosità nei nostri confronti ? 


Ma si, mi piace pensarla così. Vuole darci la possibilità di rinascere a ogni primavera. 


"[...] E come i semi sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera [...]."

(K. Gibran) 



E con Gibran se ne va il primo giorno di questo blog, mentre un altro ne arriva. 

E' l'una e ventidue di domenica 27 febbraio 2011. A voi un buongiorno, e una buonanotte.

sabato 26 febbraio 2011

Eterna presenza

Non posso che cominciare da questa poesia.  Perché  ci sono affezionato.




Non importa che non ti abbia,

non importa che non ti veda.
Prima ti abbracciavo,
prima ti guardavo,
ti cercavo tutta,
ti desideravo intera.
Oggi non chiedo più
né alle mani, né agli occhi,
le ultime prove.
Di starmi accanto
ti chiedevo prima,
sì, vicino a me, sì,
sì, però lì fuori.
E mi accontentavo
di sentire che le tue mani
mi davano le tue mani,
che ai miei occhi
assicuravano presenza.
Quello che ti chiedo adesso
è di più, molto di più,
che bacio o sguardo:
è che tu stia più vicina
a me, dentro.
Come il vento è invisibile, pur dando
la sua vita alla candela.
Come la luce è
quieta, fissa, immobile,
fungendo da centro
che non vacilla mai
al tremulo corpo
di fiamma che trema.
Come è la stella,
presente e sicura,
senza voce e senza tatto,
nel cuore aperto,
sereno, del lago.
Quello che ti chiedo
è solo che tu sia
anima della mia anima,
sangue del mio sangue
dentro le vene.
che tu stia in me
come il cuore
mio che mai
vedrò, toccherò
e i cui battiti
non si stancano mai
di darmi la mia vita
fino a quando morirò.
Come lo scheletro,
il segreto profondo
del mio essere, che solo
mi vedrà la terra,
però che in vita
è quello che si incarica
di sostenere il mio peso,
di carne e di sogno,
di gioia e di dolore
misteriosamente
senza che ci siano occhi
che mai lo vedano.
Quello che ti chiedo
è che la corporea
passeggera assenza,
non sia per noi dimenticanza,
né fuga, né mancanza:
ma che sia per me
possessione totale
dell'anima lontana,
eterna presenza.



Pedro Salinas

Scrivere di poesia

Non è possibile. Eliminiamo ogni dubbio, ogni fraintendimento che può aver creato la descrizione di questo blog. Si può scrivere una poesia. Non si può scrivere di poesia. Questo perchè, per come la vedo io, ogni tentativo di ridurre una qualsivoglia forma di rappresentazione poetica a una considerazione, ogni tentativo di inserire una parola che nasce dal fondo dell'anima del poeta all'interno di uno schema, è destinato miseramente a fallire. Quando leggiamo una poesia, subito dopo, ci rendiamo conto di averla in realtà riscritta. Snaturata. Rielaborata. Filtrata al setaccio della nostra essenza. Scrivere di poesia è dunque eticamente equiparabile a un furto. Quando leggiamo una poesia, diventa nostra. Finisce di essere di chi la scrive. Tutti noi, nessuno escluso, meriteremmo di essere condannati per questo. Per fortuna leggere una poesia, scrivere di poesia, non è reato. Perchè la poesia è un regalo.

Ho diverse idee per questo blog. Tutto ci posso mettere dentro questo pentolone. Poesie e scorci biografici di grandi poeti, pensieri personali, video, canzoni. Mi piacerebbe creare piccoli concorsi per appassionati. Finanziati da me. Perchè no? Farò di tutto per trovare la poesia, in qualsiasi posto essa si ostini a nascondersi.
Gli altri ingredienti spero vogliate aggiungerli voi.