Sono a lavoro, e mi ritaglio cinque minuti di tempo per scrivere. Di solito non lo faccio, non fosse altro che per il senso del dovere. Pur tuttavia si può lavorare bene anche cercando di dare qualità al proprio lavoro. A volte serve più della quantità. E allora oggi faccio finta di essere bravo, così da meritarmi questi cinque minuti di libertà, da vivere senza ipocrisia. Ciascuno di noi, anche quando lavora tanto, se li ritaglia cinque minuti, per una boccata d'aria, una chiacchierata, la sigaretta o il caffè. Io oggi li rubo per scrivere.
George Bernard Shaw diceva che "la libertà significa responsabilità: ecco perché molti la temono". Se così è, scrivendo, mi sto già assumendo la responsabilità delle mie azioni.
George Bernard Shaw diceva che "la libertà significa responsabilità: ecco perché molti la temono". Se così è, scrivendo, mi sto già assumendo la responsabilità delle mie azioni.
Rubando al lavoro la libertà, a voi cinque minuti del vostro tempo, riesco a presentare per la prima volta N. Hikmet, che in questa poesia alla libertà si ispira:
Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d'estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d'estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro
N. Hikmet
Parla d'amore, certo. Ma, rileggendo, mi pare di trovarci qualcosa che ha a che fare col rapporto che ciascuno di noi ha con la libertà. Forse l'impossibilità di essere veramente liberi, di acchiapparla questa donna che ci sfugge e non rivela mai il suo nome.
Nonostante i tentativi che ogni giorno facciamo, non senza preoccupazione, di mettere in mostra la nostra parte più autentica, così da poter vivere da uomini liberi, succede che rimaniamo imbrigliati nel gioco di forme cangianti della nostra persona che si muove nella società. Al punto da non sapere più chi siamo in verità. O cosa siamo diventati.
La vita frenetica ci spende in questa continua e spasmodica ricerca di libertà. Ma cosa cerchiamo noi in realtà?
Proviamo a fermarci un attimo. Per riflettere.
Questi cinque minuti di serenità possono serivire a riscoprirci felici.
Come ladri in libertà.
Come ladri in libertà.