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mercoledì 24 agosto 2011

A Wolf at the Door

Vi piacciono le favole? Vi piace il lieto fine? Sì? Sognate di essere i re e le regine? Il principe sul cavallo bianco, la principessa del castello? Sognate davvero di essere felici e contenti, per tutta la vita? Mio Dio, per tutta la vita! Come una condanna. 

Ve la racconto io una fiaba, mi aiutano la musica e le immagini...





Immaginate un bosco. E' buio. E freddo. Sinistre e minacciose le ombre degli alberi terrorizzano. I rumori del sottobosco, come vocine stridule, gridano qualcosa. Vorreste scappare, ma non trovate la via. Vi siete persi. Correte, ma vi muovete di un metro appena.

Ora immaginate casa vostra, una sera di insonnia, quando scorgete le ombre nella stanza, e scoprite che siete voi a partorirle. Si, siete proprio voi. Le ombre fuoriescono dalla pancia. Cantano. Celebrano veglie funebri.

Allora il bosco non è fuori, è dentro. 

Guardate dalla finestra. E' una notte di luna piena. Nubi inquietanti l'attraversano.

Qualcuno bussa.

Vi voltate di scatto. Tremate, ma lo sapete che dovete aprire. E' più forte di voi.

C'è un lupo alla porta...

Un lupo! Indietreggiate, adesso, fatelo adesso! No, non può essere la realtà...questo è un incubo! 

Sgranate gli occhi, e capite che è tutta verità. 

I vostri stessi occhi. Adesso lo riconoscete. Quel lupo siete voi.

Non c'è nessun cacciatore che verrà a salvarvi. Niente di niente tra voi e lui. Nessuna fiaba. Ingaggiate una lotta furibonda, non riuscite, proprio non riuscite a stringergli il collo. Vi strappa la carne e le vesti, con un morso. Gli artigli arrivano alle ossa. Provate ad accecarlo. Tutto è sangue.

La bestia perde un occhio, ma sopravvive. Vi liberate dalla morsa. Siete di nuovo l'uno di fronte all'altro. State sbavando, invece il lupo riflette su quante possibilità abbia di avere la meglio. 

Poi succede che un lampo squarcia il cielo, e il bagliore illumina la stanza. Lo capite finalmente. Così morirete entrambi.

Ora inquadrate il vostro sorriso, mentre lui ritrae gli artigli.

Drizza le orecchie il lupo. Vi porge la zampa. Lo accompagnate fuori dalla stanza.

Il branco ulula, lì fuori, e l'aspetta. 

Lui se ne va, e voi siete cresciuti in fretta.


Coloro che sognano di giorno sono consapevoli di molte cose che sfuggono a coloro che sognano solo di notte. Nelle loro visioni grigie captano sprazzi d'eternità e tremano, svegliandosi, nello scoprire di essere giunti al limite del grande segreto. In un attimo, apprendono qualcosa del discernimento del bene e qualcosa più che la pura e semplice conoscenza del male.

-Edgar Allan Poe-















martedì 16 agosto 2011

Oh Capitano! Mio Capitano!




Si, è stato un viaggio tremendo e vittorioso.

Babele e i suoi linguaggi. Il caos delle luci e dei colori. I pericoli del mare con gli infidi gorghi. Il canto delle sirene. Il sole coi suoi tramonti. Le infinite albe del domani. Le attese, i giochi, le risa. L'euforia della chimica, il sapore del sale che slega la mente dall'anima. La culla dell'acqua. 
I segnali di fumo. Ancora il sole, che frigge le carni. Gli abbracci, le tensioni, il vento che le disperde. Vivere fuori dal corpo, quale unico premio agognato. 

La nave è salva. Torna al porto sicuro.

E come succede ad ogni viaggio, che prevede un'andata e si conclude quando imbottigliamo l'esperienza e ne assaporiamo il retrogusto al primo sorso del ritorno, è giunto il momento di mettere a posto le cose. Di rimettere l'anima sanguinosa e silenziosa dentro. Di far risorgere il Capitano della mia persona.


Oh Capitano, mio Capitano!

lunedì 1 agosto 2011

Il viaggio di Capitan Fracassa




Il blog non va in vacanza, e non perché io non possa dedicare il tempo estivo ad altro. Scrivere infatti non è un dovere. E' e rimane un piacere. Il piacere di convertire, quanto più se ne avverte la necessità, il pensiero o l'affetto del momento in segni indelebili che si spera rimangano alla memoria.
Non va in vacanza semplicemente perché, come i più attenti di voi avranno già compreso, aggiorno di rado. Dunque non vi accorgerete della mia assenza.

Sappiate che i miei occhi cadranno comunque su di voi. Sì, perché mi piace pensare che io possa incontrarvi, di presenza, giacché non vi considero presenze virtuali ma reali. Vivete nell'altro mondo, quello che frequento anch'io. Non siete solo anime di passaggio tra i cieli di internet. Siete qualcosa che posso cogliere tra le righe. E allora sappiate che ci incontreremo in viaggio. Guardatevi attorno. Sarò negli occhi della gente. E' anche una possibilità che io colori le atmosfere del  paesaggio. E infine, vi sarà impossibile non cogliermi nel ricordo del tempo trascorso insieme, il tempo che felici rivivrete nelle foto .

-La poesia-

Ci teneva. Che volete. La poesia è donna. E non riesco a dir di no a una donna.

Ha voluto dirvi che ad ognuno il suo viaggio, ma, alla fine, le emozioni saranno le stesse. Perché c'è vita nel viaggio. E nel ricordo del viaggio si nasconde la poesia...

Se la poesia è anche ricordo dunque, allora il film che ho visto ieri l'altro deve divenire post. 




E allora viaggiate, vivete, amate, conoscete, recitate, giocate. Mangiate, piangete e ridete. Danzate! 


Questa è la vostra estate.



Con affetto