Dov'è la fine? Cos'è la fine? Potete dire di averla già conosciuta?
Siete già morti una volta?
Si?
E cosa avete provato? A cosa vi è servita?
E ditemi, com'è? E' migliore della vita la morte?
Siete mai entrati nella stanza? Avete mai pensato di uccidere?
E se vi dicessi che la pazzia è nell'istinto?
Si, c'è un folle. Lo chiamano così.
E' folle per davvero. Odia sua madre.
E se per sopravvivere non avesse altra scelta?
Se dovesse uccidere la propria madre?
O soccombere, in alternativa, per sopravvivere?
Cosa fareste? Voi.
Voi che cosa fareste? Quando non c'è scelta...
Non fareste nulla, è vero?
Accettereste la vostra condizione?
Rinuncereste all'equilibrio, per sempre?
Al di là di ogni logica o coscienza?
Ci rinuncereste?
Si, voi, ci rinuncereste?
E' questa la fine?
La follia?
E' un'amica meravigliosa.
La fine.
Aspettate ancora il sorgere del sole?
Ps: la storia di questo post nasce nel luogo di lavoro.
Alla radice di ogni dolore, di ogni disperazione, non c'è amore.
Ci sono passaggi d'anima che solo la musica può cogliere. Altri li può cogliere una poesia.
Spazio spazio, io voglio, tanto spazio
per dolcissima muovermi ferita:
voglio spazio per cantare crescere
errare e saltare il fosso
della divina sapienza.
Spazio datemi spazio
ch’io lanci un urlo inumano,
quell’urlo di silenzio negli anni
che ho toccato con mano.
-Alda Merini, "Vuoto d'amore"-
E sono canti di riscatto, e di speranza...