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sabato 10 marzo 2012

Idi di Marzo

I will…






Le idi di marzo cadono oggi, perché lo voglio.




Così è la vita. Sovrappensiero. E sopra il pensiero? Ah, sopra il pensiero c’è realtà!




Rotolo continuamente, come palla d’acciaio al flipper. E spengo le luci e altre l’accendo. Sono giorni di tumulti, certo. C’è che cambia un po’ tutto quando il lavoro cambia, e il trasloco è solo un passaggio, da una vita all’altra …



Sradico l’affetto che ho provato, e tento un nuovo trapianto. Come bisturi in mano sto aprendo, ssshh, silenzio! Squarcio il torace. Ma già sporche sono, di sangue le mie mani …



Ho trascurato questo posto, quasi non lo riconosco.




Così abbiamo ognuno guardato
con ansia il silenzio
dell’altro


-R.M. Rilke-





Sono ancora io che scrivo? E dov’è la poesia? E’ ancora qui?



Cerco tra gli appunti, sono fogli volanti e libri e segni. Leggo un passo e lo rigetto, ché è felice. Mi passano attraverso invece queste parole …




Lo so: piace soltanto
chi è felice. La sua voce
volentieri la si ascolta. Bello è il suo viso.

L'albero storpio nel cortile
denuncia il cattivo terreno, ma
chi passa gli dà di storpio,
e con ragione.

I verdi battelli e le gaie vele del Sund
non li vedo. Fra tante cose
vedo solo la rete dei pescatori, fragile.
Perché vado dicendo solo che
la contadina quarantenne cammina tutta curva?
I seni delle ragazze
son caldi come prima.

Nel mio canto una rima
mi parrebbe quasi insolenza.

In me combattono
l'entusiasmo per il melo in fiore
e l’orrore per i discorsi dell'Imbianchino.
Ma solo il secondo
mi spinge al tavolo di lavoro.


-B. Brecht- “Brutti tempi per la lirica”
Trad. R. Leiser – F. Fortini




E gioisco, perché sono libero.




E tu? Puoi dirlo?
E tu? Non ti riconosci?





Prendi la felicità, e vattene.

2 commenti:

  1. " c'è però la Porta Magica, è chiaro che a certi scrittori essa si renderebbe subito invisibile..ed è chiaro che senza la Porta Magica l'intera piazza scompare. Dei gatti alti sui rami non resterebbe, in pochi istanti, che il riso -come quello del Ghignagatto di Alice, come quello forse che gli alchimisti attribuivano a Mercurio. Del sedimento putrido del mercato resterebbe nell'aria uno spruzzo di neve: l'anima del prunus bianco. E di umano una statua funeraria, riversa là sul braccio di rovina, il berretto sul viso diventato maschera d'oro.
    ... << ogni linguaggio è un alfabeto di simboli il cui uso presuppone un passato che gli interlocutori condividono >>
    ...Stranieri vengono ancora in pellegrinaggio alla Porta Magica la piazza trae ancora la sua virtù e misura. La piazza -questo mortale presente che insieme con la Porta Magica distrugge se medesimo: abbiettamente innocentemente.
    << considerai che eravamo come sempre alla fine dei tempi >>

    E' Cristina Campo che scrive a proposito di Borges e di un luogo esoterico in Roma. Che c'entra? potrai dire, ah non so, so che avevo il libro vicinissimo alle mani, l'ho aperto a caso e il caso ha deciso questo stralcio. Il caso a volte non è a caso ma stavolta chissà chi può dirlo? ( grazie del tuo ti voglio bene ..poco fa quando l'ho letto mi ha fatto molto bene e lenito una fragilità odierna..poesia e facitori di poiesis sono una grazia di dio!)

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  2. La porta magica? Credo di averla attraversata. Dà su un campo di papaveri. Attraversa l'immaginazione, dai sentieri di fuoco dell'inferno porta fino al paradiso. E poi ti riporta, indietro, ai primi luoghi dell'infanzia. E tinge i tuoi capelli di bianco per disegnarti sul freddo letto del marmo. Per lei si va agli occhi della donna. Se la chiudi, dietro, puoi sentire le tue anime urlare. Il silenzio della stanza sottolinea che sei ancora vivo, e che non sei ancora pronto. E forse non lo sarai mai.

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