Cerca nel blog

sabato 28 luglio 2012

Alcolico



E dico a te, che crei e ovunque distruggi.






Sfidando le leggi della fisica.





Il mio silenzio è un fiume d'argento.








mercoledì 18 luglio 2012

Nostra città di Babele




- Bruegel -



[...] A Babele ogni progetto fallisce,
perchè le voci non diventano parole e i
suoni si disperdono nel pensiero autoreferenziale
di chi instancabilmente sogna da solo.
A Babele il domani non sorge,
perchè l'altro non esiste.
Babele c'è, è città opulenta che investe
lì dove la scelta di campo è isolarsi,
difendersi, manipolare, usare.
Babele ha cittadini illustri che insegnano
l'arte del travestimento; è patria di chi
strumentalizza l'altro senza mai volerlo incontrare,
di chi in un click pretende di salvare
o distruggere, gratificare o annientare.

Babele non è solo la città della grande
sfida lanciata dall'uomo a Dio;
Babele continua a essere lo spazio
dell'uomo contro se stesso, spazio del silenzio
imposto alla parola, spazio del non ascolto.
A Babele la parola non è incontro, 
non crea, non "mi fa". 
A Babele la parola non è mai un evento,
non è incontro di "Tu" che si donano
reciprocamente vita, volto, identità.
Babele è il solo oggi che, con me,
nasce e muore, che non si dà, non
è capace di perdersi nell'altro, 
per scoprirsi nuovo.
A Babele vivono migliaia di parole che
continuano a non accadere, a non fare
breccia, a non diventare vita [...] 
Babele non esiste fuori di noi,
non è il rischio di un modo nuovo
di fare comunicazione.

Babele vive in noi e dà se stessa
in ogni parola sprecata, in ogni
opinione resa verità, in ogni confronto negato,
in ogni progetto chiuso alla collaborazione,
in ogni ascolto rinviato, in ogni uso
e abuso di parola e silenzio.

A Babele la parola tace,
ma dove l'ascolto placa Babele,
il silenzio parla e la parola accade,
come evento nuovo che
ha il sapore della vita!

- Mariangela Tassielli-

venerdì 13 luglio 2012

Timbuctù


L'ora della poesia partecipa all'iniziativa "Tutti insieme per Timbuctù" delle blogger Antonella e Audrey. 







" Jhon Ruskin, studioso del restauro e fondatore di quella che Camillo Boito definì "corrente ruinista" era convinto che i monumenti e le opere d'arte fossero un patrimonio collettivo appartenente a tutta l'umanità, intesa come coloro che sono, coloro che furono e coloro che verranno e che quindi, come tali, andassero conservati e preservati nella loro interezza e mai, per nessuna ragione, distrutti "





Ps: per chi di voi non fosse a conoscenza del problema riporto uno dei tanti articoli che trovate nel web: 






La conoscenza è libertà, e l'indignazione può essere alla base di ogni grande cambiamento. 




Il rispetto della diversità. Il rispetto della diversità è la poesia del quotidiano.... 







Sapete, nel mio giorno perfetto è accaduta una cosa meravigliosa. 



L'uomo ha abbracciato l'uomo. E gli ha chiesto perdono.





mercoledì 4 luglio 2012

L'amore intimo




Ho scritto alla stazione, sul mio taccuino, parole che non dovrebbero mai apparire. Ma essere.




Bisogna sorridere, ogni volta, perfino come quando ti strappano un pezzo di cuore a mani nude, mentre di fronte, con gli occhi sgranati e felici, guardi i suoi occhi con la stessa meraviglia di sempre. Quel pezzo di cuore, strappato, buttato lì, in un angolo della strada, è ancora palpitante. Prima o poi qualcuno di passaggio lo raccoglierà da terra, e se lo pianterà nel petto. Il cuore, strappato e torturato, servirà a donare nuova vita. E allora non temere di averlo perso per strada. Piuttosto, perfino come quando ti manca il cuore, cammina.






Ma come fai, uomo, a soffrire stasera? Non ha senso.



Raccogli dentro di te tutto ciò che è vita allora. Lascia respirare l'anima, e raccogli, nella cavità del petto, l'amore intimo. 




E' come un convincimento di poter essere felici, nella consapevolezza, muta, di aver imparato e di aver aiutato. 




Non prendertela con chi non ti ama, sei a casa adesso. Guarda attorno tutti i piccoli oggetti che definiscono lo spazio in cui si muove il tuo corpo. Lascia che si impregnino di te. Guarda il pavimento,  le quattro assi di legno. Reggeranno il tuo peso, come sempre. Sono resistenti sai?



Solleva lo sguardo poi, verso le pareti. Ti proteggono.



Ascolta il silenzio, le dita che sbattono sulla tastiera. Sei solo e non è vero. Hai mille forme di vita attorno. C'è pure un bicchiere, amaro, liquido contenuto e coccolato, accanto. Le forme inanimate possono darti qualcosa. L'euforia se la vuoi. E un mazzo di chiavi, che se cerchi in mezzo la trovi quella blu, la chiave che ti apre le porte del cielo.



E poi c'è il collo, si stira di lato, sorregge la testa così pesante di pensieri, di parole che finiscono nello spazio bianco, senza catenella, del web.



E' un miracolo che tu possa ancora esserci. E fuori brulica la vita. 


Vivi, così. Respira piano.


Sei quasi pronto. 


Ecco, adesso puoi lasciarti  andare, c'è un treno che passa. Proprio sotto casa tua.