Ed eccomi qui, in uno dei sabati peggiori della mia vita, a casa.
Sono cieli grigi questi, nuvole oppresse dal peso della catastrofe. Guardare il cielo non serve, è tutto nero, senza stelle, senza desideri abbaglianti.
Ci aveva provato il sole oggi a filtrare tra le nuvole, solo un raggio. Una delle mie poesie verrà pubblicata dalla Giulio Perrone Editore. Ho sorriso, per un attimo. Ho sorriso per un attimo al pensiero che qualcuno per davvero mi consideri un poeta. Li ho fregati, ho pensato. Ma il mio era un sorriso amaro, ed è svanito presto allo specchio.
Non ci arrivano le belle notizie dentro al cuore, e non potendo fare altro che soffrire ho letto. Mi piace perdermi nelle storie, nei racconti. Così, perfino in un giorno come questi, uno di quei giorni che viverli è come morire, perfino in un mondo crudele come questo, leggo. E se trovo racconti come "Storia di una zia povera" di Haruki, allora rimango sazio e appagato. Non il mio cuore, ma il mio corpo rimane soddisfatto. Perché un racconto ben scritto e ispirato, un racconto così, serve ad alimentare il corpo, e a soffiargli dentro le energie necessarie alla ormai prossima battaglia. Sfiderò la morte a singolar tenzone, sull'orlo dell'abbisso.
Immagine dal web
[...] La zia povera non è uno spettro. Non sta acquattata da nessuna parte, non salta addosso a nessuno, - spiegai annoiato.- E' soltanto un'espressione verbale. Si tratta soltanto di parole. [...] - Cioè, le parole sono come elettrodi collegati alla mente [...] - Se attraverso un collegamento si inviano di continuo gli stessi stimoli, prima o poi ci sarà di sicuro una qualche reazione. Va da sé che il genere di reazione varia da individuo a individuo, nel mio caso è il senso di una presenza autonoma. Una sensazione simile a quella che si prova quando la lingua si gonfia dentro la bocca. Attaccate alla mia schiena ci sono le parole <<una zia povera>>, ma non hanno né significato né forma [...]
Riuscite a seguirmi?
[ ...] Naturalmente tutto al mondo è farsa. Chi può sottrarsi a questa verità? Alla radice di ogni cosa - dallo studio televisivo illuminato a giorno alla capanna di un eremita in fondo ai boschi - c'è sempre lo stesso elemento. Continuavo a camminare in quel mondo farsesco con la zia povera sulla schiena, ed ero ovviamente il buffone principale. Proprio perché me la portavo addosso [...] Col passare del tempo, la gente ha smesso di occuparsi sia di lei che di me. In conclusione [...] le zie povere non interessano a nessuno. Una volta esauritasi la curiosità iniziale per il fenomeno insolito, è rimasto un silenzio da profondità abissali. Un silenzio che suggerisce che io sono diventato una cosa sola con la zia povera.
C'è silenzio qui, anzi no. Ancora una cicala canta.
Se tra diecimila anni ci sarà mai una società formata soltanto da zie povere, mi apriranno le porte della loro città? [...] Si, e se in quel mondo ci fosse un po' di spazio per farci entrare una poesia, vorrei scriverla io. Così diventerei il primo poeta a ricevere una corona d'alloro nel mondo delle zie povere [...]
In corsivo le parole di Murakami Haruki.
Ma forse sono io a scrivere.
In questo periodo devo essere molto noioso. Dunque niente musica per voi che vi siete spinti fin qui a leggere. Esseri coraggiosi!