Questo post è un poco diverso dagli altri.
Non scrivo in questo periodo. Che pure per non scrivere ci vuole disciplina. Così non vorrei smentirmi adesso. Ma voglio fare chiarezza. Sarà che oggi ho respirato bene, o chissà per quale altra ragione. Non so. Ma voglio scrivere di questa cosa qui.
Dunque, eccoci al punto centrale della questione.
Cosa c'è di poetico nell'eternità?
C'è chi è morto per la gloria, per rendere eterno e immutabile un gesto. Nobile, non c'è che dire. Chi spera di amare per sempre, proprio come in quell'attimo lì, quando il cuore prende a palpitare e ti ricordi di essere vivo tra le sue braccia. Ma andiamo, dici sul serio? Appartieni a questa categoria? Non sarai invece uno di quelli che guarda l'orizzonte e guarda le nuvole passare, come fossero stagioni, chiedendosi fino a che punto del cielo arrivino le nuvole, se fino in fondo oppure si dissolvano di pioggia in pioggia, o come maschere di carnevale fuori stagione? No? Non sei nemmeno uno di quelli che preferiscono vederle sparire? Ecco, tu vuoi che rimangano nel cielo. Tu sei come quest'uomo qui sotto, che scrive e canta.
Ma magari pensi per davvero di poter aspettare. Hai vestiti leggeri come sogni, e pensi che mai potresti rimanere nudo di fronte a tanta verità. Si, si può amare per sempre.
Poi c'è chi invece vorrebbe rimanere giovane per sempre. Chi vorrebbe rinascere ogni volta, chi ripetere fino alla nausea lo stesso giorno, quello in cui la vita è cambiata e poi non c'è stato modo di tornare indietro, e per davvero.
C'è chi vorrebbe essere ricordato sul freddo cemento di una tomba. Chi immortalato nella foto più famosa. Chi quella foto vorrebbe tanto averla fatta. Chi non vorrebbe morire per infarto, così presto no. Magari chissà, in futuro in qualche modo vivrà.
E allora ho modificato il mio animo per un giorno e con esso il mio profilo? Si è fatto così arrogante il mio cuore? Ma è pieno di speranza pure! Non vedi? Di poesia, se dell'eternità cogli il senso, ché nel viaggio nasci, cresci e muori, e nel frattempo ti trasformi!
Ehi! Mi hai sentito? Ti trasformi! E allora un giorno eri carne, e respiravi aria. Hai pianto pure, e sei divenuto acqua. Ti sei divertito a pisciare ovunque, con incoscienza. Poi sei stato fuoco e, bruciato dalle passioni, avresti voluto ardere il mondo. Invece sei divenuto cenere, e infine terra. E questa, a ben vedere, è stata una gran cosa. Perché hai preso a generare frutti nuovi, finalmente.
Perché, vedete, niente è per sempre.
Diciamo purtroppo, e per fortuna...