Perchè creare un blog sulla poesia? Nessuno la legge. Mi sono detto. Poi mi sono accorto che più lo masticavo questo pensiero, e più lo digerivo. E, adesso che l'ho eliminato, mi sento finalmente pronto. Per una risposta. Scrivere di poesia è riconoscere il mondo sommerso che dà linfa all'altro mondo, quello che abitiamo. Questo blog vuole dare spazio alle parole. A quelle che diffondono e attraversano lo spazio come note. A quelle ancora nascoste.
Tra la cenere e la terra.
Se non fosse un giorno triste, probabilmente non scriverei. E utilizzo le parole con uno scopo preciso.
Non tento di risollevarmi, o di comprendere. Non è uno di quei giorni tristi senza motivo. E' uno di quei giorni tristi per davvero, quando di motivi reali, appartenenti cioè al mondo esterno, puoi trovarne.
Oggi non mi aiutano a pensare le parole. Non cerco di riportarle per darvi poi un senso. Eppure lo faccio quasi sempre, come trascinato da un desiderio di conoscenza.
Oggi no. Oggi scrivo perchè mi facciano compagnia.
Mi rifugio, nei miei giorni tristi, in note più tristi. In questo modo i giorni tristi diventano un po' meno tristi.
Così mi fanno compagnia anche le note.
E le parole. Le parole, ancora. Puoi trovarle nel testo, o poco più su, poco più giù. Tutte assieme. Mano nella mano. Definiscono un cerchio attorno a me.
Si, uno di quei cerchi che si usava fare da bambini.
Giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra, tutti giù per terra
Mi sono rimaste dentro le parole a cerchio, le sento ancora, come grida e risa e note. Le note, ancora. Così la vita è tragica, ma quando si è bambini sembra quasi divertente.
Non voglio mettervi di cattivo umore, perchè non voglio passarvi ciò che non provo.
E' un giorno triste, sì, ma di vuoto. Di quasi assenza di emozioni.
Uno di quei giorni che ti viene voglia di pregare per sentirti vivo.
...
E ancora proteggi la grazia del mio cuore
adesso e per quando tornerà l'incanto
...
In ricchezza e in fortuna,
in pena e in povertà,
nella gioia e nel clamore,
nel lutto e nel dolore,
nel freddo e nel sole,
nel sonno e nell'amore
Fino in fondo....
Ovunque proteggi la grazia del mio cuore
Ovunque proteggi la grazia del tuo cuore
E così mi asciugo le labbra dopo questa bevuta, di musica e poesia. Dissetato muoio qui. Cioè scrivo.
Non è una buona domenica per me questa.Spero che a voi sia andata meglio.Magari adesso vi leggo, è da un po' che non lo faccio.
Ci sono sere come questa. Ci sono sere come questa.
Alzo gli occhi. Appesa al cielo. Come un mappa. O un lampione messo lì da qualcuno, a indicare la strada.
Guidavo per sentieri sperduti stasera. Sentieri che erano pensieri. Odoravano di natura, sfidavano l'asfalto, dentro a una nuvola di boschi. E alla fine del rettilineo c'era lei ad attendermi. Così vicina alla terra, così serena. Così piena.
E mi scoprivo a decelerare, gli occhi al cielo, fino a spegnere il motore, adesso fermo.
Il silenzio del bosco. Io, sulla strada. Al cielo la luna. Questa luna.
Cosa vuoi da me ?
Ma lei niente, sempre lì, serena. Lo splendore della bellezza. Gli occhi tristi.
Cosa posso darti ancora?
Ma non rispondeva. Eppure era lì con me. Guardava me.
Faccio come per andarmene. Gli occhi al volante. No, non devo.
Sconfitto poi, mi abbandono. La guardo ancora. Al cielo, di nuovo.
Il sole è azzurro come il cielo
E la luce, la luce trasparente come l'aria...
E questa volta scendo dalla macchina, e poi salgo, salgo su un albero per vederla da vicino. Mi allungo adesso, quasi la tocco...basterebbe un salto!
E lo faccio...
Per poco non mi rompevo l'osso del collo. Mi duole il braccio.Ma sono felice. Ho avuto tutto quello che volevo, davvero.