Cerca nel blog

domenica 28 aprile 2013

Un amore felice



Un amore felice. E' normale?
è serio? è utile?
Che se ne fa il mondo di due esseri
che non vedono il mondo?

Innalzati l'uno verso l'altro senza alcun merito,
i primi venuti tra un milione, ma convinti
che doveva andare così - in premio di che? Di nulla;
la luce giunge da nessun luogo -
perché proprio su questi, e non su altri?
Ciò offende la giustizia? Sì.
Ciò infrange i principi accumulati con cura?
Butta giù la morale dal piedistallo? Sì, infrange e butta giù.
Guardate i due felici:
se almeno dissimulassero un po',
si fingessero depressi, confortando così gli amici!
Sentite come ridono - è un insulto.
In che lingua parlano? - comprensibile all'apparenza.
E tutte quelle loro cerimonie, smancerie,
quei bizzarri doveri reciproci che s'inventano - 
sembra un complotto contro l'umanità!

E' difficile immaginare dove si andrebbe a finire
se il loro esempio fosse imitabile.
Su cosa potrebbero contare religioni, poesie,
di che ci si ricorderebbe, a che si rinuncerebbe,
chi vorrebbe restare più nel cerchio?

Un amore felice. Ma è necessario?
Il tatto e la ragione impongono di tacerne
come d'uno scandalo nelle alte sfere della Vita.
Magnifici pargoli nascono senza il suo aiuto.
Mai e poi mai riuscirebbe a popolare la terra,
capita, in fondo, di rado.
Chi non conosce l'amore felice
dica pure che in nessun luogo esiste l'amore felice.

Con tale fede gli sarà più lieve vivere e morire.

- Wislawa Szymborska- Un amore felice





C'è ancora chi ha il coraggio di amarsi Wislawa?







Forse sì...

lunedì 22 aprile 2013

La lettera


Dunque. Vi parlerò apertamente. Questa lettera è per voi.

Mi è divenuto difficile scrivere. Non so come sia accaduto, ma all’improvviso tutto ciò che è vita mi ha impedito di sedermi qui, accanto a voi e alla vostra tristezza segreta. E infatti. Chi si avvicina alla poesia quando è felice? Questo mi sono chiesto.

Il mio sguardo in questo periodo vaga sbronzo, alla ricerca di immagini e colori. 




(la "mia" Venezia ,Piazza San Marco)




Il mio sguardo ha imparato a cogliere le fotografie impresse nelle cose del mondo. Le vedo proprio. Le vedo come dovrebbero essere. 

Ora, avete presente quando provi a scattarle le foto, e quella cascata di luce che sembra sgorgare dall’anima non serve a imprimere sulla pellicola le immagini, quelle immagini che avresti voluto o desiderato in altro modo? Riuscite a seguirmi? Avete fatto l’esperienza di non riuscire a immortalare le emozioni? Be’, io l’ho fatta, e mi sono sentito come un ubriaco, quando non riesce ad articolare le parole. 

Mi servo della fotografia, una scrittura di luce, per esprimermi come non posso e non voglio attraverso le parole, le parole che mi attraversano e passano da una parte all’altra del cuore, senza mai cadere sul foglio. Nemmeno una goccia. Per scrivervi adesso faccio un tentativo, e mi accorgo che non riesco a controllarle le parole, non riesco a imprimere loro la giusta direzione. E certo, le dita suonano la tastiera come sempre, troppo facile. Ma non c’è melodia, oppure io non la sento. Quale tragedia è più grande di quella del musicista che non può più sentire la musica? Lo chiedo a voi, si proprio a voi, o a te che leggi. Forse è pari soltanto alla tragedia di chi scrive e non riconosce più la sua Musa, come in un rapporto di amore che poteva essere felice, non lo è stato o lo è stato a tratti, e chissà se lo sarà mai in eterno.

Il mio rapporto con la scrittura è come quello di un uomo con la sua donna. Bisogna avere il coraggio di cambiare per continuare ad amarsi, come prima e più di prima. E io sento il bisogno di cambiare, ma non so. Non so cosa devo fare. Nell’attesa che io trovi da me le risposte, per non lasciare lo spazio di questo blog alle correnti fredde del non senso, e perché non divenga ricordo l’entusiasmo, ho deciso di pubblicare delle poesie d’amore. Le scelgo tra tante, forse non saranno nemmeno le migliori. Ma le scelgo perché ciascuno in questo spazio ritrovi se stesso, o si ponga nella condizione di riconoscere i sentimenti dell’altro.

In fondo viviamo tutti per colmare un vuoto d’amore, e allora questo è il regalo che mi faccio, e che decido di offrirvi. Nessuno è capace di amare o di farlo nel modo giusto? Vediamo cosa ne pensano i poeti.

Continueremo questo viaggio insieme, come sempre. Solo in maniera diversa.

Vostro affezionatissimo. Tra cenere e terra.