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lunedì 22 aprile 2013

La lettera


Dunque. Vi parlerò apertamente. Questa lettera è per voi.

Mi è divenuto difficile scrivere. Non so come sia accaduto, ma all’improvviso tutto ciò che è vita mi ha impedito di sedermi qui, accanto a voi e alla vostra tristezza segreta. E infatti. Chi si avvicina alla poesia quando è felice? Questo mi sono chiesto.

Il mio sguardo in questo periodo vaga sbronzo, alla ricerca di immagini e colori. 




(la "mia" Venezia ,Piazza San Marco)




Il mio sguardo ha imparato a cogliere le fotografie impresse nelle cose del mondo. Le vedo proprio. Le vedo come dovrebbero essere. 

Ora, avete presente quando provi a scattarle le foto, e quella cascata di luce che sembra sgorgare dall’anima non serve a imprimere sulla pellicola le immagini, quelle immagini che avresti voluto o desiderato in altro modo? Riuscite a seguirmi? Avete fatto l’esperienza di non riuscire a immortalare le emozioni? Be’, io l’ho fatta, e mi sono sentito come un ubriaco, quando non riesce ad articolare le parole. 

Mi servo della fotografia, una scrittura di luce, per esprimermi come non posso e non voglio attraverso le parole, le parole che mi attraversano e passano da una parte all’altra del cuore, senza mai cadere sul foglio. Nemmeno una goccia. Per scrivervi adesso faccio un tentativo, e mi accorgo che non riesco a controllarle le parole, non riesco a imprimere loro la giusta direzione. E certo, le dita suonano la tastiera come sempre, troppo facile. Ma non c’è melodia, oppure io non la sento. Quale tragedia è più grande di quella del musicista che non può più sentire la musica? Lo chiedo a voi, si proprio a voi, o a te che leggi. Forse è pari soltanto alla tragedia di chi scrive e non riconosce più la sua Musa, come in un rapporto di amore che poteva essere felice, non lo è stato o lo è stato a tratti, e chissà se lo sarà mai in eterno.

Il mio rapporto con la scrittura è come quello di un uomo con la sua donna. Bisogna avere il coraggio di cambiare per continuare ad amarsi, come prima e più di prima. E io sento il bisogno di cambiare, ma non so. Non so cosa devo fare. Nell’attesa che io trovi da me le risposte, per non lasciare lo spazio di questo blog alle correnti fredde del non senso, e perché non divenga ricordo l’entusiasmo, ho deciso di pubblicare delle poesie d’amore. Le scelgo tra tante, forse non saranno nemmeno le migliori. Ma le scelgo perché ciascuno in questo spazio ritrovi se stesso, o si ponga nella condizione di riconoscere i sentimenti dell’altro.

In fondo viviamo tutti per colmare un vuoto d’amore, e allora questo è il regalo che mi faccio, e che decido di offrirvi. Nessuno è capace di amare o di farlo nel modo giusto? Vediamo cosa ne pensano i poeti.

Continueremo questo viaggio insieme, come sempre. Solo in maniera diversa.

Vostro affezionatissimo. Tra cenere e terra.

6 commenti:

  1. Carpire un Emozione attraverso lo Sguardo e condurla all'Anima...
    è un periodo che non riesco a fare Click se non con i soli Occhi ...e mi accorgo che Luce e Cromie si imprimono nella memoria con maggiore incisività...forse la Fotografia per me è solo un carpire ...un cercare di rendere vivido quell'istante che Ti annulla al mondo e nel mentre Ti rende Unico spettatore in un amplesso di sensi che nessuno a parte Te riuscirebbe a Vivere ...

    le Parole solo donate alle immagini di altri mi sgorgano come sorgente che non conosce chiuse

    che bello ritrovarti ...buoni passi in Luce ottimale ..

    niki

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    1. La poesia viaggia attraverso le immagini, attraverso il cyberspazio, attraverso i polmoni, da cellula a cellula...

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    1. Cancellato per sbaglio, ma le tue parole le ricordo bene...Ti abbraccio

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