Appena ieri mi sono chiesto cosa fosse questa vita, se una tortura o un brutto scherzo. Pronta a colpirti di tensioni come dardi, quando si conficcano prima nel braccio destro, poi nella gamba sinistra, quindi accasciato si, quasi spento, le ginocchia piegate sul pavimento, ti trafiggono il cervello, poi il petto, la pancia, e tutto il resto, al punto che una sagoma sparisce infilzata dalle mille frecce del destino.
Poi ti svegli stamane, e rivedi allo specchio quella sagoma in tutto il suo splendore. Vedi gli occhi, i muscoli, il naso, tutto, tutto quanto è ancora lì. Vivi e respiri, come ogni giorno. Capisci che ieri, solo ieri è stato l'incubo.
Una bambina alta forse un metro e quaranta, forse un po' meno. Ha una sindrome genetica. Non si esprime a parole, ma a gesti. Quando la vedo allo studio sembra una bambina. Ha ventiquattro anni. Non parla, si esprime a gesti, non sta seduta, si alza. Viene dall'altra parte della scrivania, mi dà la mano, è incuriosita dal mio orologio. Mi guarda e sorride, fa quel gesto che vuol dire giocare. La madre ci guarda. Sorride anche lei. Sembriamo due bambini. Sorrido. Sorrido. Poi rientro nel mio ruolo ed esco da me stesso.
Non finirò mai di ringraziarla. Non sono mai stato forte come adesso.
Oggi in un blog ho letto...
Chi conosce
il dolore del bocciolo
quando si apre?
-Abbas Kiarostami-
Ho assaporato la felicità che attraversa la sofferenza.
La vita. La vita amici miei. La vita è bellezza tutta quanta...
Ps: questo blog festeggia i due anni di vita. E' ancora un bambino...
Ps: questo blog festeggia i due anni di vita. E' ancora un bambino...