Dunque è questa l'apocalisse. Vento e pioggia si abbattono sulle umane miserie, ripuliscono tutto quanto.
Pare che lassù qualcuno ce l'abbia con noi.
No, non è così il pianto del cielo. Non è questa la rabbia. Non è questo il lamento di Dio. Piuttosto, lui ci ha inviati degli angeli ad aiutarci.
Mi commuovo facilmente di fronte alle manifestazioni di umana solidarietà. L'uomo ha in sé condanna e salvezza. Peccato e perdono. Morte e resurrezione.
A Genova come in altre parti d'Italia gli angeli danzano con i demoni. Si sporcano di fango benefico i soldati di Dio, di figurato disonore, eppure dello stesso fango si sporcano gli altri. I giovani col sorriso e uno sfolgorante paio di invisibili ali. Gli altri col ghigno malefico di botulino, o l'arroganza addosso di un vestito Armani.
Sono fiero e mi vergogno di far parte del genere umano, come di chi vorrebbe tanto costruire la felicità del domani con programmazione e lungimiranza, mentre si trova costretto a sopravvivere di slanci di civiltà, su macerie di colpa e fallimenti.
Di questo cantino oggi i poeti,
si occupino gli uomini di buon senso,
predichino gli uomini di Chiesa
Di dare un senso alla vita, sì,
così come alla morte