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lunedì 30 maggio 2016

A quelli che rimangono





Il mio pensiero va a quelli che rimangono, a quelli che non si preoccupano di divenire, a quelli che, molto più semplicemente, sono... 
(dal web)




Nella vostra umanità, il pianto muto della terra 
La gioia indefinibile del silenzio
Il senso di un sorriso che non fa rumore


Nel vostro sguardo, svelato, tutti i segreti del mare






"Ora, nel buio, e senza luci in vista e senza chiarori, e soltanto col vento e la spinta regolare della vela, gli parve di essere già morto, forse. Congiunse le mani e si tastò le palme. Non erano morte e gli bastava aprirle e chiuderle per risuscitare il dolore della vita"

(Il vecchio e il mare, Ernest Hemingway)










martedì 17 maggio 2016

Del tuo amore lontano



Tempo fa ho provato a impartire lezioni d'amore, qui, su questo blog. Mi piaceva lasciare che i lettori scovassero all'interno dei post quei messaggi, quei corsivi che per me rappresentavano l'essenza di un discorso compiuto sull'amore, un discorso che in fondo non facevo che ripetere a me stesso. Poi il senso di quel progetto si è modificato, quasi naturalmente. Come capita al giorno di lasciare il posto alla notte, è cambiato quando ho provato a "fare" l'amore, ad applicare tutta la mia capacità di amare. A sostituire le parole coi sentimenti. 


E' stato uno sforzo immane. Fare a meno dell'amore, e amare comunque. Poi amare con la carne, e non riuscire a cambiare. Poi cambiare, e imparare ad amare me stesso, innanzitutto. Senza la carne, e attraverso la carne. E andare avanti, sempre. Posso dire di esserci riuscito, ma anche dire di aver sofferto, logicamente e senza logica. Perché l'amore è una ferita.


Sbagliavo a impartire lezioni d'amore, e sbaglio ancora adesso, per un motivo fondamentale. Non gli uomini, ma le donne, soltanto le donne possono parlare d'amore. Soltanto loro hanno il potere di scompaginare l'ordine del mondo. Le donne con la loro follia, e la capacità, che è donna, di sentire di più, di sentire meglio. Qualcuno dice che la donna costruisce la sua identità nella relazione. L'uomo non ne sarebbe capace, perché subordinerebbe la relazione all'identità. E' vero. Per me che ho sempre pensato che amare fosse pensare con il cuore dell'altro, scoprire nella vita di saperlo leggere questo motto, ma di non saperlo attuare, è stato drammatico. L'uomo scopre l'amore soltanto attraverso la donna. Per questo una donna può fare impazzire un uomo, quando decide di negargli il suo cuore, quando il suo amore si spinge talmente lontano dai suoi occhi da dargli la sensazione di non vedere più. L'uomo cieco grida per farsi sentire, e talvolta il suo grido può diventare un canto.


Ma può succedere anche il contrario. Guarda bene l'anima di una donna, e poi tira fuori dal suo corpo tutto ciò che tiene nascosto, perfino a se stessa. Poi mostraglielo e vattene. Ebbene, ti amerà tantissimo. Subito dopo però ti odierà, e lo farà per tutta la vita. Lo sai perché? Perché l'avrai violentata. La follia di una donna, la sua fragilità, l'eros che investe ogni sua azione, non vogliono essere "spiegati". Soltanto accolti, e contenuti. Sempre rispettati. 









A volte basterebbe chiedere scusa col cuore per stare bene. Uomini e donne, indifferentemente, per non amare soltanto di un amore lontano... 




L'amore non è forse in quella follia che ci appartiene e che fuggiamo?