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giovedì 16 novembre 2017

Amore senza tempo




[...] Non amo che le rose che non colsi.
Non amo che le cose che potevano essere 
e non sono state [...]


Avanti, vediamo chi riesce senza una ricerca su google a rispondere a questa domanda. Chi ha scritto questa poesia? Come si intitola? 

No, non è un esame. In realtà non mi importa sapere se conoscete chi ha scritto questi versi, versi famosi, lo so bene, versi che però come tante altre cose che passano su internet finiscono un po' così, "occultati", e diventano frasi isolate, decontestualizzate, sebbene universali. E allora facciamo un gioco. Chi può aver scritto una cosa del genere? Per quale motivo? Ok, sono versi d'amore. Questo è facile. Cos'altro? Probabilmente sono versi scritti da una persona che si strugge. Ha amato a vuoto, ha amato persone o cose che non si sono mai realizzate, o dispiegate. Ha amato nella fantasia. E' vero. E' così. Vi do un aiutino. Ma cosa c'è ancora che possiamo immaginare? Possiamo calcolare l'età di chi ha scritto questi versi? Pare un tizio che ne ha viste di cose. Un personaggio che ha accumulato esperienze. Dice la sua con la convinzione di dire qualcosa di vero riguardo a se stesso. Non è alle prime armi. Possiamo dedurlo dalla nostalgia che impregna i suoi versi. La nostalgia diventa significativa a una certa età, innegabile. Eppure, tra le righe, è possibile cogliere tutta l'animosità di chi non è ancora adulto. Forse a scrivere questi versi è un giovane, un giovane che ha vissuto delle delusioni, e per attraversarle si rifugia nella fantasia, oppure nei ricordi. Ci siamo, ci stiamo avvicinando alla realtà di questa poesia. C'è un uomo che non è ancora adulto e che traccia un primo bilancio della sua vita. Forse è infelice, forse guardando indietro si vede bambino, e con sguardo trasognato pensa alle infinite possibilità dell'infanzia. 

Questi versi sono stati scritti da Guido Gozzano, e sono uno stralcio di una poesia di infinita dolcezza, una poesia che si intitola "Cocotte".

<<Che vuol dire, mammina?>>
<<Vuol dire cattiva signorina:
non bisogna parlare alla vicina!>>
Co-co-tte... La strana voce parigina
dava alla mia fantasia bambina
un senso buffo d'ovo e di gallina...

Il piccolo Guido ha appena quattro anni quando, nel luogo di villeggiatura in cui sono soliti recarsi i  suoi genitori durante la bella stagione, è attratto dalla vicina, una donna sola che non si sa bene come, gli entra subito nel cuore.

<<Piccolino, ti piaccio che mi guardi?
Sei qui pei bagni? Ed affittate là?>>
<<Sì... vedi la mia Mamma e il mio Papà?>>
Subito mi lasciò, con negli sguardi
un vano sogno (ricordai più tardi)
un vano sogno di maternità...

Si conoscono così. E allora lui chiede alla madre di quella strana signora, e la mamma gli dice che la vicina è una "cocotte" appunto, una cattiva signorina. Lui crede alla sua mammina, e per un po' di tempo non ci pensa più. 

Un giorno - giorni dopo - mi chiamò
tra le sbarre fiorite di verbene:
<<O piccolino, non mi vuoi più bene!...>>
<<E' vero che tu sei una cocotte?>>
Perdutamente rise... E mi baciò
con le pupilla di tristezza piene.

Guido si innamora di quello sguardo. Non la rivedrà più. Così si ritrova adulto, e ripensando a quella donna è rapito da un fremito di amore puro. 

Tra le gioie defunte e i disinganni,
dopo vent'anni, oggi si ravviva
il tuo sorriso... Dove sei cattiva
Signorina? Sei viva? Come inganni
(meglio per te non esser più viva!)
la discesa terribile degli anni?

Si mette nei suoi panni. Chissà se è ancora viva? Chissà dov'è? Chissà che cosa starà provando? E' forse alle prese con l'avanzare dell'età? Non si crede più bella? Lui saprebbe farle scordare tutto.

Vieni. Che importa se non sei più quella 
che mi baciò quattrenne? Oggi t'agogno,
o vestita di tempo! Oggi ho bisogno
del tuo passato! Ti rifarò bella
come Carlotta, come Graziella,
come tutte le donne del mio sogno!

Saprebbe cosa fare. Saprebbe cosa dire. Adesso saprebbe darle piacere. Questo trasporto ormonale quasi, ci strega. Poi esce di nuovo il sentimento.

Vieni! Sarà come se a me, per mano,
tu riportassi me stesso d'allora.
Il bimbo parlerà con la Signora.
Risorgeremo dal tempo lontano.
Vieni! Sarà come se a te, per mano,
io riportassi te, giovine ancora.

Ho riportato solamente alcuni stralci di questa poesia che vi invito a leggere per intero. La poesia è un ricordo, e in questo ricordo c'è tutta la speranza di felicità di Guido, che, attraverso la sua sensibilità, magnifica la "Cocotte", e la rende immortale nel tempo.

L'amore non ha età, l'amore annulla il tempo. E in questa poesia d'amore, senza tempo, mi son cullato. 

E voi, cosa avete provato voi? Mi piacerebbe saperlo. Da parte mia, riportando questi versi spero di avervi fatto, semplicemente, cosa gradita.